Il mistero della vita

 

Se pensiamo a come siamo stati concepiti, ci accorgiamo che il nostro arrivo qui sulla terra è stato un vero e proprio miracolo. In una frazione di secondo, dall’unione fisica dei nostri genitori siamo passati dal non avere forma materiale ad averne una. Dopo questa scintilla iniziale abbiamo vissuto nella pancia di nostra madre per 9 mesi e durante questo tempo la nostra natura, senza che ne fossimo consapevoli, ha fatto si che quel puntino microscopico, moltiplicando le sue cellule, diventasse un bebè perfetto. Tutto avviene spontaneamente, senza preoccupazioni, nella perfezione della natura stessa. In quel piccolo puntino c’era scritto già tutto, tutti i passaggi che l’organismo avrebbe fatto nel corso della sua esistenza. C’era il bebè, il bambino, il ragazzo, l’uomo e l’anziano. Questo miracolo non appartiene solo al genere umano ma comprende tutta la natura che abbiamo intorno. Un albero, un animale, una montagna tutto segue il suo iter di sviluppo nutrito da una forza che non ha spiegazione se quella di considerarne l’origine nel mistero di una fonte divina.

Una volta venuti al mondo, la famiglia, la società, la cultura di appartenenza imprimono il loro marchio indelebile sulle nostre credenze e più passa il tempo e più si restringe il campo nel quale ci identifichiamo. Da questo tutto, da queste infinite possibilità da questa magnifica potenzialità che eravamo alla nascita, andiamo via via scartando parti di noi che non vengono accettate e che a nostra volta rifiutiamo, fino a diventare come piccola fettina di torta, con la quale ci identifichiamo e che quindi chiamiamo io. Con questo atto di separazione dalla natura, noi perdiamo il contatto con la nostra origine misteriosa, con le nostre radici e con la fonte della vita. Tutto appare allora dettato dal caso, fuori controllo e senza una spiegazione logica. Così anche il ciclo della vita stessa diventa senza senso, come se ci fosse qualcosa che nasce, che poi cresce e che poi muore, senza un significato. Ai nostri occhi ciechi qualcosa che non esisteva prima, transita su questo piano fisico e poi torna a non esistere.

Alla domanda chi siamo veramente, potremmo dare molte risposte. Possiamo però semplificare all’eccesso, dandoci due sole alternative. Nel primo caso siamo solo un corpo fisico che nasce, cresce e poi muore e con questo ultimo atto si conclude ogni esperienza di vita. Nella seconda possibilità siamo invece qualcosa di diverso: un’entità non fisica che si incarna in un corpo. In questo caso la vita non muore col corpo, semplicemente se già esisteva prima di incarnarsi, continuerà ad esistere anche dopo la scomparsa del corpo fisico. Questa seconda ipotesi è interessante in quanto lascia spazio all’idea che il nostro vero io non sia quello formato dal corpo ma derivi dallo Spirito. Potremmo allora chiederci se l’attore della vita di tutti i giorni, quello che prende le decisioni importanti e fa le sue scelte di vita, è questo vero io spirituale oppure è l’io umano. La prospettiva con cui leggere le nostre esperienze e l’intera esistenza risulterebbe allora completamente diversa nei due casi.

Facendo un esempio un pò assurdo, la vita potrebbe essere paragonata ad un viaggio in autostrada. Il biglietto autostradale semplicemente registra il fatto che per ipotesi siamo entrati al casello di Milano e siamo usciti a quello di Roma. Questi sono i dati che appaiono sul nostro biglietto, misurabili dalle nostre apparecchiature, una sorta di carta d’identità. In quest’ottica però la registrazione del nostro passaggio, avviene solo nel momento in cui entriamo in autostrada a Milano fino a quando usciamo all’uscita di Roma. In altre parole è come se esistessimo dal momento in cui entriamo a Milano e concludessimo la nostra esistenza nell’uscita a Roma. E’ vero però che questi dati non riportano che una parte del percorso, non abbiamo nessun dato riguardante il percorso prima di entrare in autostrada così come quello dopo l’uscita autostradale. Se siamo però entrati in autostrada è perché in qualche modo siamo arrivati fino a li e lo stesso vale anche per il continuo del nostro percorso. Noi esistevamo già prima di entrare in autostrada a Milano, così come continuiamo ugualmente ad esistere anche dopo essere usciti al casello Roma. L’unica cosa è che questo sfugge ai biglietti autostradali perché questi dati sono semplicemente al di fuori della loro possibilità di misurazione.

Continuando questo paragone si potrebbe aggiungere che nessun biglietto autostradale può contenere anche il perché del nostro viaggio. Lo scopo per cui stiamo viaggiando da Milano a Roma è un’informazione di cui solo noi siamo a conoscenza. Siamo noi che abbiamo preso la decisione di intraprendere questo viaggio. C’era un piano, un tragitto che dovevamo compiere. Quando abbiamo preso questa decisione? Ovviamente, prima di partire. La stessa cosa accade quando la nostra anima progetta il suo viaggio sulla terra. Si può ipotizzare che questo progetto preveda una serie di esperienze e di incontri affinché la vita qui sulla terra possa offrire quelle occasioni evolutive che l’anima nel suo progetto iniziale aveva desiderato. Una volta arrivati sulla terra, incarnandoci in un corpo fisico, ci dimentichiamo di tutto, ovviamente questo fa parte delle regole del gioco. Allo stesso modo, è come se nell’atto di entrare in autostrada ci dimenticassimo di essere diretti verso una meta evolutiva da raggiungere.

Siamo anime nel viaggio della coscienza che semplicemente scelgono di incarnarsi su un piano fisico dove ci sono delle regole da rispettare. Durante il viaggio ci sono poi le barriere dei caselli con i relativi pedaggi autostradali necessari per procedere lungo il cammino. Ogni esperienza, ogni tratto di strada, ci impone un pedaggio in termini di energia e di emozioni ma infondo ci offre anche opportunità evolutive per andare oltre, per cambiare, per crescere. Avere la giusta visuale del nostro viaggio è importante per non fermarsi a giudicare ogni singolo episodio come a sé stante, avulso dall’intero cammino della vita. Avere la forza di ringraziare le nostre esperienze, anche quelle più dolorose, ci aiuta a trovare il loro vero significato!

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